Destinazione urbanistica ex colonia Novarese

La ex Colonia Novarese è vincolata dalla Soprintendenza dei Beni architettonici ai sensi del D.Lgs. 490/99.Il compendio immobiliare della ex Colonia Novarese è costituito:

Fabbricato principale
(già adibito a colonia marittima ed eretto su cinque piani)
Due fabbricati in corpo separato
(composti, ciascuno, dal solo piano terra)
Circostante scoperto pertinenziale della superficie catastale - incluso il sedime degli edifici - di mq. 35.420
Un'area scoperta, in corpo separato, della superficie catastale di mq. 3.092.

1933

Storia della ex colonia

La colonia Novarese, progettata dall'ing. Giuseppe Peverelli, rappresenta un tipico esempio di architettura razionalista del ventennio fascista: la costruzione infatti "rigorosamente razionale, nel senso che nessuna parte è stata studiata e progettata per rispondere a criteri stilistici".

Dalla sagoma simile ad un transatlantico, era dotata di una torre littoria alta 30 metri, con il nome di Mussolini ben visibile, su cui vennero installati tre fari (rosso, bianco e verde) per essere riconosciuta anche a distanza e soprattutto la notte, quando la stessa torre veniva irradiata di una luce soffusa: "A chi giungeva a sera su quel tratto della riviera adriatica si offriva uno spettacolo entusiasmante. Larghi fasci luminosi, squarciando il velluto delle tenebre notturne, frastagliavano i contorni di una scena memorabile…".

1934

Inizio dei lavori di costruzione

Il 3 marzo 1934 tra la brulla arida terra sorgeva il cantiere per la costruzione della colonia; la colonia venne ultimata in soli 120 giorni e questo fu possibile perchè "centinaia di operai suddivisi in tre turni di otto ore, lavorarono tutti i giorni per tutte le ventiquattro ore!"

Il 23 luglio partì il primo contingente di oltre novecento bambini novaresi, a bordo di un treno speciale di dodici vetture. L'inaugurazione della nuova colonia venne fissata per lunedì 30 luglio 1934. Venne anche predisposto un treno popolare per dare modo alle famiglie novaresi di vedere con i propri occhi come se la passavano i loro figli nel "transatlantico".

1935

La colonia durante il periodo fascista

La Novarese, durante il periodo fascista (1935-1941), divenne una delle colonie fasciste più attive e conosciute: a regime ospitava fino a 1.000 bambini per turno, tipicamente nei mesi di luglio, agosto e settembre.

1948

L'assenza dei finanziamenti

Nel secondo dopoguerra la Colonia riprese a funzionare: nel 1948, restaurata solo parzialmente, fu gestita dal Commissariato Gioventù Italiana. Nonostante i progetti di ristrutturazione presentati dall'ing. Giuseppe Gros per conto dell'ente proprietario, l'assenza di finanziamenti costrinse a limitare le riparazioni al solo primo piano, unica area della colonia che continuò ad essere utilizzata.

1959

La dichiarazione di inagibilità

A causa della sua inagibilità, fino al 1959 la Novarese ospitò turni di 300-400 bambini nei mesi estivi, cioè meno della metà rispetto agli anni trenta. In seguito il Commissariato nazionale di Roma non concesse più l'autorizzazione alla gestione della colonia; a quel punto la Gioventú Italiana di Novara la utilizzò come sede di campeggi, sfruttando l'ampio parco circostante, fino agli inizi degli anni Settanta. Il Commissariato G.I. venne sciolto e nel 1975 e la Novarese passò alla Regione Piemonte. Ma, invece che tornare ai novaresi, fu ceduta a sua volta alla Regione Emilia-Romagna.

1986

Le proposte di riqualifica

Nei primi anni Ottanta furono avanzate alcune proposte per rendere la Novarese sede della Provincia, oppure dell'Università della Romagna, o ancora dei Centri di formazione professionale. Un'altra idea molto gettonata era quella di ricavarne un ostello con mensa, campeggio, campo sportivo e area spettacoli, per sostenere il turismo giovanile. Nel 1986 emerse il bisogno urgente di trovare sedi adeguate per gli istituti scolastici riminesi (in particolare l'Einaudi) e le colonie come la Murri, la Bolognese e la stessa Novarese furono indicate dalla FGCI come possibili destinazioni, con costi stimati inferiori alla costruzione ex-novo.

1996

La colonia venne dichiarata "monumento nazionale" con Decreto del Ministero per i Beni e le Attività culturali.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Mauris id turpis lorem. Donec maximus elit a gravida volutpat. Phasellus gravida aliquet nunc sed blandit. Donec sed lectus dolor. Morbi consequat lacinia iaculis.

2001

Il progetto Riminiterme per la Novarese

Nel 2001, il Comune di Rimini maturava l'intenzione di acquistarla dalla Regione, per poi affidarla a Riminiterme (società di gestione del talassoterapico) e destinarla a centro benessere e fitness, un personal best place con vari servizi: non solo palestre e piscine, ma anche negozi, ambulatori, bar/ristorante e hotel o appartamenti annessi. L'idea era quella di farne un polo del benessere, assieme alla vicina colonia Bolognese, coinvolgendo grossi gruppi industriali e del turismo. In un primo momento il progetto sembra prendere corpo: nel 2002 il Comune delibera l'acquisto della Novarese, mentre la Bolognese viene comprata all'asta dall'imprenditore Foschi di Bellaria.

2003

Il passaggio alla regione e i nuovi investitori

Nel 2003 avviene il passaggio dalla Regione, per circa 3 milioni di euro - con successivo conferimento in Riminiterme - e l'anno seguente il Comune emana un bando pubblico, con l'obiettivo di vendere la maggioranza delle azioni della Riminiterme s.p.a. (comprensiva del binomio "attività termale" e "colonia Novarese da riqualificare") ad investitori privati.

2006

Nascita di Riminiterme Sviluppo srl

La società Riminiterme Sviluppo srl si è costituita in data 30 giugno 2006 con atto pubblico a firma del Notaio Bernardi Fabbrani in Rimini ed è stata iscritta nel registro delle imprese in data 10 luglio 2006. L’attività prevalente è relativa alla gestione e sviluppo di attività immobiliari e nello specifico la società ha come mission lo sviluppo della Colonia Novarese e delle sue aree. Riminiterme spa è attuale socio unico al 100%.